La mano criminale delle mafie sul disastro ambientale del Lambro. La denuncia è arrivata questa mattina da Vittorio Agnoletto, candidato presidente della Regione Lombardia per la Federazione della Sinistra e Marco Fraceti, segretario del Prc di Monza e candidato per le Regionali nella lista della FdS, nel corso di una conferenza stampa svoltasi di fronte ai cancelli della Lombarda Petroli. «Lo sversamento di gasolio vegetale prima nel collettore fognario di Villasanta, poi nel depuratore di Monza, per arrivare ad inquinare il Lambro, sembra avere avuto una dinamica tipica del messaggio mafioso – ha dichiarato Agnoletto – . La funzione di quel “messaggio” parrebbe essere stata quella di intimidire la proprietà di Lombarda Petroli per indurla a vendere il terreno (310.000 metri quadrati!) sul quale sarà possibile consumare l’ennesima speculazione edilizia, passando per l’ennesima bonifica ambientale sul modello di Sisas di Pioltello e quella di Santa Giulia a Rogoredo di Milano. Chi ha realizzato il sabotaggio sapeva esattamente quali erano i silos pieni da aprire; da tempo sulla destinazione futura dell’area è aperto un confronto nelle amministrazioni locali tra chi vuole una destinazione produttiva in grado di “produrre” 300 posti di lavoro “puliti” (non inquinanti) e chi vuole tenersi le mani libere per eventuali modifiche di destinazione d’uso, senza escludere l’edificabilità che aprirebbe la strada a forti interessi speculativi; da tempo è documentata dalle indagini dei magistrati un’intensa attività mafiosa in loco, con uno spiccato interesse per la destinazione futura dell’area della Lombarda Petroli. I tempi scelti per il sabotaggio, in piena campagna elettorale, fanno pensare anche ad un messaggio indirizzato dalle mafie al mondo politico che dovrà decidere il futuro di quel territorio. Per queste ragioni occorre un impegno concreto per rompere l’intreccio fra mafie/affari e politica in Lombardia. A questo riguardo, ritengo un fatto gravissimo che nella Commissione Regionale per il controllo degli appalti, istituita dalla Regione Lombardia, siano stati inserite alcune persone oggi sotto processo a Palermo in procedimenti connessi alla lotta alla mafia. È evidente che una simile Commissione regionale non può, in nessun modo, essere garante della lotta alle infiltrazioni mafiose nel nostro territorio lombardo».