Il tasso d’occupazione femminile in Lombardia non è assolutamente in linea con il resto d’Europa. Formigoni millanta come dato importante il 57% ma non si confronta evidentemente con Paesi avanzati, coi quali una Regione come la nostra avrebbe senso che si paragonasse: in Francia le donne occupate sono il 65%, in Finlandia il 70, in Germania il 65, in Svezia il 73 e in Danimarca il 75. Non solo, in altre regioni del Nord Italia la percentuale è maggiore: In Trentino Alto Adige, Emilia e Friuli supera il 60%.Andrebbe poi analizzato il tipo di lavoro, con che contratti e in quali mansioni sono occupate le donne lombarde, con che condizioni salariali: la precarietà si abbatte soprattutto sulle donne, non è una novità, ma è un dato che il governatore non può ignorare. Formigoni si decida: settimana scorsa la Lombardia era da comparare alla Baviera per capacità produttiva, oggi invece siamo i primi solo rispetto alle altre regioni italiane. Noi chiediamo investimenti concreti sui servizi utili per migliorare le condizioni di vita delle donne e renderne possibile e più facile il lavoro, come asili nido, trasporti pubblici più efficienti e orari elastici nei posti di lavoro. Inoltre siamo l’unica forza politica ad aver chiesto il riconoscimento del lavoro domestico in termini di diritti sindacali.