Vittorio Agnoletto, medico, ex presidente e fondatore della LILA (Lega italiana per la Lotta contro l’Aids), ex eurodeputato, parteciperà da domenica 18 luglio al 23 luglio alla XVIII Conferenza mondiale sull’Aids, in programma a Vienna.
«Secondo i dati dell’UNAIDS (l’agenzia dell’ONU sull’AIDS) riferiti al 2008 – dichiara Vittorio Agnoletto – le persone HIV+ sono nel mondo 33,5 milioni; di queste 22,5 milioni vivono nell’Africa sub sahariana e su 2 milioni di morti quasi i 3/4 si sono verificate in quella stessa regione. Di fronte a questa tragedia l’Italia, nonostante le ripetute promesse del Presidente del Consiglio ad aumentare il contributo economico al Fondo globale per la lotta all’Aids, Tbc e malaria (voluto dall’Onu), deve ancora versare 260 milioni: tutto il contributo previsto per il 2009 e quello per il 2010.
La conferenza si aprirà con un importante documento ufficiale :la “Dichiarazione di Vienna”. Per la prima volta infatti un summit mondiale prende una posizione netta contro le politiche proibizioniste sulle droghe. La Dichiarazione sostiene che: «La criminalizzazione dei consumatori di droghe sta alimentando l’epidemia di HIV e ha comportato conseguenze negative per la salute pubblica e a livello sociale. È necessario reindirizzare le politiche sulle droghe verso approcci basati su evidenze scientifiche, che rispettino i diritti umani». Un documento quindi in sintonia con la posizione dell’UE, ma in forte contrasto con la posizione del governo italiano che ha cancellato quasi tutti i progetti di riduzione del danno.
In Italia ogni giorno 11 persone contraggono il virus dell’Hiv: il 60 per cento scopre di essere sieropositivo solo nel momento in cui gli viene diagnosticata l’Aids, cioè in uno stadio della malattia molto avanzato. È un dato impressionante: significa che i progetti di prevenzione, informazione e sensibilizzazione sono totalmente insufficienti, se non inesistenti.
Prevenire l’Hiv/Aids significherebbe un enorme risparmio per il sistema sanitario nazionale: in Italia si stimano 180 mila persone HIV+ viventi, i farmaci antiretrovirali e l’assistenza costa circa 1,5 miliardi di euro l’anno e ognuna delle 60 mila persone attualmente in trattamento costa dai 20 ai 30 mila euro l’anno.
Il numero delle infezioni e quindi i costi per la cura potrebbero essere fortemente ridotti se si investisse nella prevenzione, se il test fosse davvero gratuito e accessibile a tutti, se nelle scuole si ripristinassero i programmi di educazione sessuale, se i profilattici fossero considerati presidi sanitari e i loro costi fossero fortemente abbassati. Ma di tutto questo in Italia nulla viene fatto; e le persone continuano ad ammalarsi».
Per informazioni sulla conferenza: www.aids2010.org