Alcune riflessioni sul (mancato) referendum greco.
L’idea di sottoporre a referendum i diktat del FMI, della BCE e delle banche franco-tedesche sarebbe stato un modo corretto di restituire ai cittadini greci un’importante quota di sovranità. Decidere insieme il proprio futuro assumendosene collettivamente le responsabilità.
Molti commentatori si son o affrettati a strillare ovunque che questo avrebbe significato solo: “Poter scegliere di quale morte morire”; ammesso anche che sia così, credo che ogni popolo debba avere nelle sue mani il proprio destino.
Ma forse le cose non stavano proprio così; forse nella campagna referendaria sarebbe stato possibile spiegare che esistono delle alternative, spiegare che la Merkel e Sarkozy non hanno a cuore il destino del popolo greco quanto le casse delle proprie banche che devono valorizzare ulteriormente le loro operazione speculative costruite negli anni, forse il popolo greco avrebbe potuto seguire l’esempio degli islandesi e degli argentini che, dopo aver deciso di non pagare gran parte del debito, non stanno oggi poi così male…..
Ma Papandreou ha giocato sulla testa del popolo greco, con insuperabile cinismo, il peggior politicismo.
Papandreou era pronto ad obbedire ai diktat internazionali, a ridurre in miseria milioni di greci attraverso politiche di lacrime e sangue; l’unica timore era per la propria carriera politica messa a rischio dalle proteste popolari e da un cinismo, pari al suo, della destra, pronta oggi a votare contro quelle misure imposte dalla BCE, per imporle un domani una volta giunta al governo.
Ma la destra, riportata a più miti consigli da Merkel e Sakozy, ha garantito il proprio appoggio alla ricetta franco-tedesca; a quel punto qualunque discorso sulla democrazia e la sovranità popolare si è sciolto come la neve al sole. Papandreou ha salvato, o pensa di aver salvato, la propria carriera: può presiedere un governo di unità nazionale. Tutto il resto non conta.
Oltre al cinismo dell’uomo (ma non è una novità, noi in Italia abbiamo grandi maestri in questo campo), quello che colpisce è il risultato: le ricette da applicare sono le medesime, sia per la destra che per i socialisti, e sono le ricette dettate da BCE, FMI ecc.
E saranno le stesse ricette che applicherà un eventuale governo istituzionale e di larghe intese in Italia. E’ bene saperlo, fin da ora. Ognuno, anche qui, si assuma la propria responsabilità.