Nel novembre del 2012 pubblicavo insieme a Carlo Gnetti il libro “AIDS lo scandalo del vaccino italiano” (ed. Feltrinelli) denunciando le tante incongruenze e gli innumerevoli punti di domanda relativi alla sperimentazione finanziata dall’ISS.
Sull’ultimo numero di Altreconomia (5/14), con cui ho collaborato, l’inchiesta è andata avanti denunciando la privatizzazione di brevetti acquisiti attraverso fondi pubblici e la cessione (seppure temporanea) da parte dell’Istituto Superiore di Sanità di alcuni suoi brevetti ad un’azienda privata senza nemmeno definire preventivamente e in modo preciso come andranno suddivisi eventuali profitti.
Per non parlare di chi svolge diversi ruoli nell’affare e delle varie relazioni amicali e familiari che emergono.
A tale denuncia l’ISS ha risposto il 16/5 con un comunicato stampa e la dott.ssa Ensoli il 28/5 con delle dichiarazioni rilasciate in occasione della VI edizione di Icar (Italian conference on Aids and retrovirus).
Né il comunicato stampa dell’ISS, né le dichiarazioni della dott.ssa Ensoli rispondono alle domande poste dall’inchiesta, anzi….
Nel frattempo un’interrogazione al ministro della Salute è stata presentata dalla presidente della commissione Sanità del Senato, on. Emilia De Biasi ed una è stata annunciata dal M5S.
La mia lettera aperta che trovate qui sotto ripropone delle domande precise alla direzione dell’ISS nel tentativo di riuscire ad ottenere risposte esaurienti in quello che tuttora continua ad apparire come……..uno scandalo tutto italiano.
Continua lo scandalo del vaccino italiano contro l’AIDS.
Lettera aperta al presidente dell’Istituto Superiore di Sanità.
Alla denuncia relativa alla privatizzazione dei brevetti relativi alla proteina TAT, sostenuta dal mensile Altreconomia (n.5/2014), l’ISS – l’ente presso il quale si svolge la ricerca sostenuta da fondi pubblici – ha risposto con un imbarazzante comunicato stampa il 16/5 nel quale si sostiene che: “ISS ha deliberato di concedere per 18 mesi un’opzione esclusiva d’uso dei brevetti Tat alla Vaxxit srl con l’intento di reperire fondi per poter completare i piani di sviluppo del vaccino contro l’HIV, per il quale attualmente non sono previsti finanziamenti pubblici. “ e che “Circa la presenza della dottoressa Ensoli all’interno della Vaxxit si sottolinea che essa garantisce maggiori possibilità di reperire i fondi necessari, in quanto la ricercatrice è depositaria di tutto il know how concernente il vaccino”
L’ISS ha fino ad ora evitato accuratamente di rispondere alle domande fondamentali poste dall’articolo di Altreconomia e prima ancora dal libro “AIDS lo scandalo del vaccino italiano” (V. Agnoletto & C. Gnetti, ed. Feltrinelli, 2012).
Nel frattempo continuano gli annunci ad effetto come quello lanciato dalla dott.ssa Ensoli alla VI edizione di Icar (Italian conference on Aids and retrovirus) il 28 maggio 2014 ripresi da alcuni media con grandi titoli quali : “Vaccino Aids. Ensoli (Iss): “Sarà pronto nel 2018, ma solo se ci saranno i fondi privati. Necessari quasi 100 milioni”.
Queste sono le domande che da tempo attendono una risposta da parte dell’ISS.
Sull’andamento della sperimentazione:
· quali sono i risultati ottenuti fino ad oggi dall’ormai lontano 24 ottobre 1998 quando, con grande enfasi, fu annunciata la via italiana al vaccino contro l’AIDS ?
· come mai, nel 2005 l’ISS e il ministero della Salute annunciarono con enorme entusiasmo la conclusione positiva della fase I della sperimentazione per il vaccino vero e proprio, ossia quello preventivo ? Come si spiega che a tale annuncio non solo non seguì alcun passaggio alla fase II, ma anzi la sperimentazione rincominciò dall’inizio, dalla fase I, con un differente disegno clinico comprendente oltre alla proteina TAT anche la proteina ENV ?
· corrisponde al vero che anche questa fase è stata interrotta nel 2014 per la non conformità della proteina Env di Novartis alle nuove linee guida europee ?
· E’ quindi vero che a 16 anni dall’avvio della sperimentazione per il vaccino preventivo contro l’AIDS tutto è fermo senza alcun risultato significativo? Ed allora perché si sono susseguiti per tutti questi lunghi anni dichiarazioni che annunciavano mirabolanti successi ?
Sull’uso dei fondi:
· Come sono stati utilizzati e chi ha gestito i fondi pubblici destinati al progetto ?
· Corrisponde al vero che fino ad ora sono stati spesi 49 milioni di euro, oltre 20 dei quali destinati alla fase di sperimentazione in Sudafrica dove, per quanto riguarda il vaccino preventivo, non è mai pienamente decollata?
Sulla proprietà dei brevetti:
· corrisponde al vero la notizia secondo la quale il brevetto del TatImmuneTM, la componente vaccinale in uso nella sperimentazione per il vaccino terapeutico, è stato attribuito, fin dall’inizio, alla società Vaxxit pur essendo frutto di ricerche condotte con fondi pubblici e da un’equipe di dipendenti pubblici dell’ISS?
· come mai l’ISS ha deciso di attribuire gratuitamente per 18 mesi l’opzione esclusiva a tutta la famiglia dei brevetti TAT alla Vaxxit senza nemmeno stabilire prima un accordo economico sugli eventuali benefici derivanti dal loro utilizzo? Solo dopo la denuncia di Altreconomia l’ISS ha annunciato, nel già citato comunicato stampa del 16/5/2014, che in relazione all’accordo con la Vaxxit le “…. modalità saranno definite nella prossima riunione del CDA..”
· com’è possibile che l’ISS non individui alcun conflitto d’interesse a suo danno nel fatto che il 70% delle quote della società Vaxxit faccia capo alla dottoressa Barbara Ensoli, dipendente dell’ISS stesso, mentre il restante 30% alla 3 I Consulting Srl, azienda che vede come amministratore unico Giovan Battista Cozzone, un esperto di brevetti (molto vicino alla dott.ssa Ensoli) che dal maggio del 2009 ha ricoperto l’incarico quadriennale di consulente per conto (e perciò nell’interesse) dell’Istituto superiore di sanità in materia di “trasferimento tecnologico” ?
Sulla responsabilità sociale dell’ISS:
· com’è possibile che in questa situazione l’ISS non ritenga suo dovere intervenire – a fronte di titoli quali quelli già citati apparsi ancora il 28 maggio 2014 – per precisare che non si tratta di un vaccino preventivo ma eventualmente di un “ immunoterapia” (Robert Gallo 2012, prefazione al libro AIDS lo scandalo del vaccino italiano) per persone già sieropositive ? evitando così che si creino nei cittadini false illusioni ed aspettative che rischiano di provocare una diminuzione dei comportamenti preventivi.
Nonostante si tratti di una ricerca pubblica finanziata con fondi che appartengono a tutti i cittadini fino ad ora l’ISS e i responsabili della sperimentazione si sono rifiutati di rispondere a questi quesiti. Mi auguro che la nuova presidenza dell’ISS scelga un comportamento differente, più in sintonia con il ruolo ricoperto di garanzia pubblica nella sperimentazione biomedica.
Vittorio Agnoletto, medico, già presidente della Lega Italiana per la Lotta contro l’AIDS, già membro della Commissione Nazionale AIDS, coautore del libro “AIDS Lo scandalo del Vaccino Italiano” (Feltrinelli 2012) .