Il bombardamento mediatico tende a far credere che la scelta che siamo chiamati a fare il prossimo 5 giugno sia tra due soli candidati, molto simili per formazione e per programmi (l’uno è stato direttore generale del Comune con Albertini, l’altro con la Moratti). Ma c’è un’alternativa possibile e concreta: la lista “MilanoinComune”, con Basilio Rizzo candidato sindaco.
L’operato di Basilio Rizzo in Comune è sempre stato trasparente, un modello su come si deve stare nelle istituzioni con il senso del servizio ai cittadini e non degli affari.
La sua opposizione, dai banchi dell’opposizione ma anche da quelli della maggioranza, a ogni tentativo di svendita del patrimonio pubblico, a ogni episodio di corruzione, a ogni cedimento alle pressioni dei poteri forti hanno fatto dire a Nando Dalla Chiesa, presidente della Commissione Regionale Antimafia “Basilio non è il candidato di una parte, ma il candidato di tutti coloro che credono nella trasparenza, nella legalità e nella buona politica”.
Welfare
I governi, tutti i governi, hanno umiliato i comuni privandoli della loro autonomia finanziaria, decidendo quanti soldi possono avere, quanti ne possono spendere e per cosa possono spenderli. Di questa politica ne hanno fatto le spese i servizi sociali alle persone: asili, disabili, ristrutturazione delle case popolari ecc…Ci impegniamo a opporci con coraggio a questi vincoli e a destinare le poche risorse disponibili prioritariamente a questi diritti piuttosto che a inutili grandi opere.
Urbanistica.
Scali ferroviari, ex-caserme: oggi Milano ha una occasione irripetibile per progettare il proprio futuro. Su queste aree si sono già accesi gli appetiti dei costruttori: noi vogliamo aree da destinare a verde per far respirare Milano, una delle città europee con meno verde e con maggiore inquinamento atmosferico. Non più nuovi mattoni e nuovo cemento, ma verde e ristrutturazione degli stabili esistenti. Vogliamo usare il ricavato dalla vendita al governo dalle quote di EXPO di proprietà comunale per la ristrutturazione di almeno duemila case popolari oggi sfitte e preda del racket delle occupazioni abusive.
Municipalizzate.
Sono state il vanto di Milano, poi la cieca politica delle privatizzazioni ha portato alla svendita di aziende sane e ha privato il Comune degli strumenti fondamentali per gestire o sviluppare direttamente una politica collettiva nell’interesse di tutti. Vogliamo impedire l’ulteriore vendita di quote delle aziende partecipate, trasformare l’acquedotto in azienda speciale, rendere trasparente la gestione di tutte le aziende pubbliche attraverso la partecipazione agli organi di controllo dei rappresentanti dei lavoratori e degli utenti.
Dopo EXPO.
Anche questo è un punto su cui si giocherà la politica del Comune di Milano. Il governo vorrebbe affidare una parte dell’area a un istituto privato a cui andrebbero tutti i fondi destinati alla ricerca in campo biologico, ignorando le opinioni e le competenze di tutta la comunità scientifica nazionale.
Vogliamo che tutta l’area Expo non destinata a parco divenga una sede per la ricerca scientifica sulla salute, per il diritto di tutti all’acqua, al cibo, a un’energia pulita. Vogliamo che i fondi pubblici per la ricerca vengano assegnati ai progetti migliori con un concorso trasparente e aperto a tutti, sotto il controllo della comunità scientifica internazionale, e non assegnati arbitrariamente ai soliti “amici”.
CostituzioneBeniComuni
Il 5 giugno vota la lista “Milano in Comune” con Basilio Rizzo sindaco. Ad ottobre vota “No” al referendum, la Costituzione va attuata e non stravolta.