Sabato 7 ottobre alla Casa della Cultura a Milano a discutere su come fermare la controriforma della sanità di Maroni.
L’INVITO E’ PER UN’INFORMAZIONE COMPLETA E PER DISCUTERE NEL MERITOMILANO CASA DELLA CULTURA VIA BORGOGNA, 3
7 OTTOBRE 2017 ORE 9,30-13,30
INTERVENGONO:
dott. VITTORIO AGNOLETTO (medico e docente universitario) – introduzione generale
dott. FRANCESCO FALSETTI (medico di famiglia, Brescia – sindacato UMI) – perché un ricorso al TAR?
dott. MAURIZIO BARDI (medico di famiglia – MD): il medico di famiglia gestito dal gestore
dott.ssa ALBAROSA RAIMONDI (medico – esperta di sanità pubblica, gia v.direttore sanitario del Policlinico): liste di attesa create ad arte per favorire i privati contro i diritti dei cittadini
dott.ssa MARIA ELISA SARTOR (docente universitaria MI): la privatizzazione dissimulata
DISCUSSIONE
CONCLUDE prof. PIERGIORGIO DUCA (docente universitario e presidente di Medicina Democratica)
COORDINA FULVIO AURORA (responsabile delle vertenze giudiziarie di Medicina Democratica)
La Giunta regionale della Lombardia ha deliberato (DGR 6551/2017) di modificare profondamente l’assetto della medicina generale separando i pazienti in due categorie: i pazienti ”semplici” e i pazienti “cronici”, affidando questi ultimi a un cd gestore pubblico o privato (in pratica sarà privato). Il gestore deve sottoscrivere un patto di cura con il paziente cronico, si occupa di prescrivere gli esami necessari a partire da un “set” di prestazioni predefinite; per questo riceve un contributo monetario fisso dalla regione il cui eventuale residuo resta nelle sue mani.
Il sistema è molto complesso e richiede di essere spiegato. Medicina Democratica e alcuni sindacati medici hanno proposto ricorso al TAR della Lombardia: per la sospensiva il TAR ha risposto negativamente data la complessità del problema. E’ in corso da parte dei ricorrenti la richiesta di fissazione dell’udienza di merito. Le ragioni essenziali del ricorso riguardano la non costituzionalità della delibera (una delibera che modifica le leggi?), nonché nelle sue conseguenze in termini di confusione, estrema complicatezza, inappropriatezza, infine privatizzazione del sistema; Il tutto nella più totale assenza di informazione dei cittadini