Domani 20 luglio saremo ancora a Genova, come sempre in questi diciassette anni.
In piazza Alimonda, insieme a Haidi e a Giuliano per ricordare Carlo; per non dimenticare “La più grande sospensione dei diritti democratici in un Paese occidentale dopo la seconda guerra mondiale” (Amnesty International 2001); per denunciare come in tutti questi anni nessuna delle massime autorità istituzionali del nostro Paese abbia mai sentito il dovere di chiedere scusa a tutti coloro che hanno ingiustamente subito la violenza dello Stato alla Diaz, a Bolzaneto e nelle strade di Genova; per contestare la vergognosa reintegrazione dei dirigenti di polizia condannati nei tribunali ma ricollocati ai massimi livelli gerarchici delle polizia.
Oggi, a distanza di quasi vent’anni, è possibile analizzare quanto avvenuto nelle giornate di Genova 2001, anche in una prospettiva storica. E non c’è dubbio che….
“ Si è trattato di un punto di svolta nella storia del mondo occidentale. All’epoca, si era sviluppata una critica di massa, puntuale e documentata, alla globalizzazione liberista. Una critica alle dinamiche che avevano portato ad una concentrazione della ricchezza in poche mani….
I ricchi sempre di meno e sempre più ricchi, i poveri sempre più numerosi e sempre più poveri..
Ecco, quella massa di persone che stava per impoverirsi sempre di più, nelle Americhe e in Europa, avrebbe potuto trovare uno sbocco politico dentro grandi movimenti popolari di sinistra.
Oppure, diventare la base di sostegno di posizioni di destra, di populismi e sovranismi.
In questo senso, gli anni a cavallo tra il 1999 e il 2003, tra le manifestazioni a Seattle e i grandi cortei contro la guerra in Iraq, sono stati uno spartiacque……..
In quella situazione il centrosinistra europeo ha rifiutato qualunque interlocuzione col movimento, configurandosi sempre più come parte integrante della classe dirigente della globalizzazione. Rendendosi così complice nell’aprire la strada alle destre populiste.” ( estratti della mia intervista pubblicata sulla rivista Left in edicola domani, venerdì 20 luglio con un numero dedicato al movimento altermondialista nell’anniversario di Genova 2001)
Chiunque oggi sia interessato a modificare “lo stato di cose presenti” non può che guardare alle idee, alle culture e alle speranze che diciassette anni fa hanno riempito le strade di Genova