E’ inutile usare giri di parole, questa è la verità.
A Milano e in tutta la Lombardia se hai necessità di fare un tampone, o perché hai motivo di pensare che ti possa essere infettato o perché devi uscire dalla quarantena, puoi solo cominciare a disperarti, dopo ore passate a telefonare alla ricerca di hub o di farmacie, ti restano solo tre possibilità: 1. Ore di code senza l’assoluta certezza di poterti poi sottoporre al tampone se non hai il foglio del medico curante, ma nemmeno con quel foglio sei certo di non essere rimandato indietro perché sono finiti i tamponi o perché la coda va oltre l’orario di chiusura dell’hub; 2. Individuare le farmacie aperte, telefonare, non risponde nessuno, correre da una all’altra, mettersi in coda dove l’attesa sembra meno lunga, fare il tampone e pagare quindici euro se riesci, prima che la farmacia chiuda; 3. Cercare un centro privato, fissare l’appuntamento, ma anche qui ormai si aspetta una settimana e poi pagare cifre che vanno da 70 a 170 e oltre euro. Quando il costo di un tampone non supera comunque i tre euro, a volersi tenere larghi.
A questa possibilità se ne aggiunge un’altra, non ufficiale, da evitare, ma in crescita a causa dell’esasperazione alla quale migliaia di persone sono state condotte: non fare più il tampone e non comunicare a nessuno la propria condizione di contatto, ma nemmeno di positivo. Diciamoci la verità: questa scelta, al di là delle parole, alle istituzioni va anche bene, fa registrare meno casi positivi e permette loro di dire che le strategie individuate risultano vincenti.
Da un punto di vista di sanità pubblica ovviamente costituisce un problema e rende più difficile fronteggiare la pandemia; ma a lor signori, presidenti, ministri assessori, direttori generali e burocrati ministeriale che gliene frega??
Nulla. Come non gliene importa nulla del costo delle mascherine FFP2 che loro stessi hanno reso obbligatorie in molte situazioni, né dei costi dei tamponi; dicono “si potrebbero calmierare i prezzi, l’abbiamo proposto, ora valutiamo, si farà……” intanto noi paghiamo e i loro amici fanno affari.
Non hanno alcuna scusa, né Fontana, Moratti e company a Milano, né Draghi, Speranza e soci a Roma. Hanno passato mesi ad autoincensarsi, a dire quanto erano stati bravi, che eravamo i primi della classe, che gli altri Paesi avrebbero dovuto imparare da noi e non hanno fatto nulla, anzi hanno azzerato il tracciamento, chiuso vari centri per i tamponi, chiuso per ferie hub vaccinali e hanno ridotto quasi a zero le USCA.
Poi nel mezzo del casino, urlano “al lupo al lupo”, gridano all’improvvisa emergenza e i cittadini sono abbandonati a sé stessi. Dalla Sicilia a Udine!
Sono molto in….ato come medico e come cittadino, come tutti sono esasperato e nessuno mi venga a parlare di Milanese imbruttito. Qui c’è un Paese imbruttito, una Regione imbruttita e non ci sono scuse.
I responsabili (“irresponsabili” sarebbe più corretto definirili) ci sono e non si chiamano solo Covid-19.