Ora la società civile deve impedire che la politica si autoassolva e che tutto venga insabbiato.

Dichiarazione di Vittorio Agnoletto, medico, autore di “Senza Respiro. Un’inchiesta indipendente sulla pandemia Coronavirus, in Lombardia, Italia, Europa” ed. Altreconomia, ottobre 2020, Prefazione di Lula, presidente del Brasile.

Un primo passo verso la giustizia, una giustizia che non si fa intimidire da un potere politico che con le sue scelte, o meglio, con le sue mancate scelte, si è reso corresponsabile, insieme al virus, di alcune migliaia di morti altrimenti evitabili.

Per mesi abbiamo assistito ad un vergognoso scaricabarile, oggi sappiamo che, sia il governo che la regione Lombardia avevano la possibilità d’istituire, ognuno di propria iniziativa, la zona rossa nella bergamasca in base a quanto previsto del decreto del 23 febbraio 2020 e dall’ordinanza firmata nella medesima giornata congiuntamente dal ministro della salute e dal presidente della regione, come ampiamente da me  documentato nel mio libro “Senza Respiro. Un’inchiesta indipendente sulla pandemia Coronavirus..”

 Il mancato aggiornamento del Piano Pandemico, l’assenza di un efficiente sistema di allert che avrebbe permesso di anticipare di settimane la scoperta della presenza del virus in Lombardia, il mancato approvvigionamento dei dispositivi di protezione individuale che ha provocato la morte di molti medici, hanno vanificato la “Finestra di opportunità”: come l’Oms ha definito il tempo tra la scoperta del virus in Cina e la sua comparsa in Europa. La riapertura repentina dell’ospedale di Alzano ha amplificato la diffusione del virus.

Abbiamo regalato all’Europa il maggior focolaio continentale e stiamo ancora pagando un prezzo altissimo; infatti, se la Lombardia fosse una nazione indipendente sarebbe al quinto posto nel mondo come decessi da Covid in relazione alla popolazione: 455 ogni 100.000 abitanti. Una cifra spaventosa. Nella primavera del 2020 varie associazioni avevano raccolto oltre 100.000 firme per chiedere al governo di Commissariare la sanità lombarda, nessuno ci rispose.

La Procura di Bergamo ha indagato anche numerosi tecnici sollevando un altro enorme interrogativo: quanto gli scienziati collocati ai vertici delle istituzioni sanitarie hanno agito in scienza e coscienza e quanto si sono resi disponibili a fungere da paravento alle decisioni delle autorità politiche?

La parola torna ora alla società civile, ai comitati dei familiari, alle associazioni perché mantengano alta l’attenzione per impedire che la politica si autoassolva e che, come spesso è accaduto in Italia, per altre e diverse stragi, tutto finisca nel nulla, nell’oblio del tempo.

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