Un segno di paura e di debolezza, una decisione antidemocratica e in contrasto con la legislazione vigente è quella assunta oggi in Consiglio Regionale dalla maggioranza che ha deciso di impedire lo svolgimento del referendum per porre un freno alla privatizzazione della sanità lombarda.
Il consiglio regionale avrebbe dovuto limitarsi a valutare se nella richiesta di referendum vi fossero degli elementi che lo rendevano improponibile dal punto di vista giuridico, invece, esattamente come ha fatto l’Ufficio di Presidenza il 25 agosto, ha espresso un voto politico contro i contenuti del referendum.
Oltretutto a decidere sull’ammissibilità dei quesiti, secondo quanto previsto dallo Statuto del 2008 della Regione, avrebbe dovuto essere un Comitato di Garanzia indipendente, che non è stato, in quindici anni, mai nominato. La situazione è incredibile: con un palese conflitto d’interesse la maggioranza della regione blocca un referendum che metteva in discussione le sue politiche sulla sanità.
Hanno paura di sapere cosa pensano i cittadini lombardi delle scelte operate dalle loro maggioranze in tutti questi anni, scelte che hanno portato ad un progressivo smantellamento del Servizio Sanitario Regionale a favore delle aziende private. Noi non ci fermeremo e ricorreremo al TAR.