AGENTI INFILTRATI AL G8 DI GENOVA: LA CONFERMA DI QUANTO AVEVAMO SEMPRE DETTO. ORA LE ISTITUZIONI DEVONO RISPONDERE A TRE PRECISE DOMANDE

L’avevamo detto subito sedici anni,fa in quelle tragiche giornate genovesi: “Tra i Black Bloc ci sono infiltrati e agenti provocatori” ora la conferma ufficiale proviene direttamente da Londra, da una commissione d’inchiesta presieduta da un magistrato. Tale ammissione è importante anche se giunge fuori tempo massimo quando i processi per quegli eventi si sono ormai conclusi; la tempistica non è casuale: gli eventuali reati commessi da Rod Richardson, il nome fittizio dell’agente che ha agito sotto copertura, sono ad un passo dalla prescrizione, anche in questo caso l’impunità è comunque garantita.

Ma la notizia ripropone comunque alcune domande di fondamentale importanza:

1. certamente Richardson non era l’unico agente infiltrato tra i BB, ve ne erano senza dubbio altri, inglesi, ma anche italiani e molto probabilmente di altre Paesi partecipanti al G8. Non risulta che tali infiltrati abbiano agito per bloccare le azioni dei gruppi nei quali si erano inseriti. Qual’era allora il loro reale obiettivo ?

2. appurato che un agente straniero ha partecipato o perlomeno favorito o comunque fiancheggiato nel nostro Paese iniziative che la magistratura ha sanzionato con pene gravissime cosa aspetta il nostro governo ad emettere una nota ufficiale di protesta verso la Gran Bretagna e ad aprire un caso diplomatico ? Cosa si attende prima di chiedere l’estradizione dell’agente per sottoporlo ad un regolare processo in Italia, con l’obiettivo,per esempio di fare ulteriore chiarezza sulle zone buie che ancora permangono sui fatti di quei giorni ?

3. Se nulla di tutto questo sarà fatto sarà più che legittimo ritenere che il nostro governo e i nostri Servizi Segreti fossero da sempre informati di tali fatti e che anzi queste infiltrazioni fossero ampiamente concordate tra gli Stati nell’intento di creare una situazione che potesse giustificare una repressione violentissima contro tutto il GSF. In tal caso spetterebbe alla nostra magistratura appurare se nel comportamento dei vertici politici e istituzionali e dei responsabili apicali degli apparati dello Sato di allora non siano ravvisabili comportamenti penalmente sanzionabili. Verrà aperta un’inchiesta ?

Tre domande precise che necessitano di risposte altrettanto precise. .

Vittorio Agnoletto,già portavoce del GSF. Milano, 15 aprile 2017

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