La non ammissione della lista Formigoni è la diretta conseguenza dell’arroganza del potere che caratterizza l’attuale guida della Lombardia. Il governatore-imperatore pensava che le regole non valessero per lui, che governa da quindici anni: come il suo leader Berlusconi, anche Formigoni ritiene che la legge possa essere bypassata quando si tratta della loro coalizione. Stupisce il fatto che nonostante i potenti mezzi della macchina elettorale messa in campo da Formigoni non si sia prestata attenzione alle regole formali per raccogliere le firme: queste cose accadono quando si ha la certezza di essere al di sopra della legge. Le regole devono essere uguali per tutti: le stesse regole che hanno portato all’esclusione della lista dei radicali devono valere anche per Formigoni. Non sarebbero accettabile la logica dei «due pesi e due misure» a seconda del partito di riferimento; ancora di più sarebbe incomprensibile escludere i radicali, spesso come noi ignorati dai grandi media, e “perdonare” Formigoni che ha avuto sua disposizione risorse immense per raccogliere le firme.