Oggi abbiamo lanciato l’appello “Cambiare si può” con le prime settanta firme di persone provenienti del mondo della cultura, del lavoro, dei movimenti sociali e della società civile.

Il percorso indicato  coincide ampiamente anche con quanto da tempo indicato da De Magistris con il quale è avviata una stretta collaborazione e che ha già pubblicamente apprezzato l’appello. Grande attenzione c’è anche da parte della Fiom. La speranza è che saremo capaci di costruire un percorso credibile, serio, partecipato e includente.

CAMBIARE SI PUÒ! Per una presenza elettorale alternativa alle elezioni politiche del 2013

● Il sistema sta andando in pezzi. Le differenze economiche e sociali crescono, le disonestà individuali o di

gruppi sono diventate corruzione del sistema, la distanza tra stato e società e tra organi rappresentativi e cittadini

non è mai stata così elevata. La possibilità di contare e di decidere sulla propria vita e sul proprio futuro è

quotidianamente frustrata da decisioni verticistiche e incontrollabili. Così lo stesso desiderio di partecipazione

politica si affievolisce, riducendosi a esplosioni di rabbia, alla fuga dal voto o all’adesione a proposte populiste

(egualmente presenti dentro e fuori le forze politiche tradizionali). Prevale l’idea che non ci sia più nulla da fare

perché ogni scelta è obbligata e «imposta dall’Europa» (cioè dai mercati). Il modello sociale europeo è cancellato

dalle compatibilità economico-finanziarie in una concezione dell’economia che non lascia spazio alla politica.

Questa posizione è stata da tempo abbracciata dal Partito democratico e si è tradotta nell’appoggio senza se e

senza ma al governo Monti, nel concorso all’approvazione del cosiddetto patto fiscale e della modifica

costituzionale sul pareggio di bilancio, nel contributo alla riduzione delle tutele del lavoro, nel sostegno alle

grandi opere, nel frequente aggiramento dell’esito referendario in favore dell’acqua pubblica. È una prospettiva

nella quale si è inserito, da ultimo, il gruppo dirigente di Sel con la scelta di partecipare alle primarie, in una

alleanza che ne sancisce la subalternità al Partito democratico (a prescindere dallo stesso esito delle primarie).

Dall’altra parte c’è la posizione del Movimento 5 stelle di Beppe Grillo, che, pur partendo da una condivisibile

critica radicale di questa classe politica e di questi partiti, non offre risposte sul piano della democrazia

costituzionale e di una diversa uscita dalla crisi in atto.

● A fronte di ciò non è più possibile stare a guardare o limitarsi alla critica. L’attuale pensiero unico e il

conseguente orizzonte politico sono modificabili. Esiste un’alternativa forte, sobria e convincente alla politica

liberista che, in tutta Europa, sta distruggendo il tessuto sociale senza dare soluzione a una crisi che non accenna

a diminuire nonostante le rassicurazioni di facciata.

È un’alternativa che si fonda sulle promesse di civiltà contenute nella nostra Carta fondamentale: la

Costituzione stabilisce che tutti i cittadini hanno diritto al lavoro e, in quanto lavoratori, a una retribuzione

sufficiente ad assicurare un’esistenza libera e dignitosa: noi vogliamo che questi principi siano attuati e posti a

base delle politiche economiche e sociali. È un’alternativa che esprime una cultura politica nuova, che si prende

cura degli altri e rifiuta il leaderismo, che parla il linguaggio della vita della persone e non quello degli apparati,

che include nelle discussioni e decisioni pubbliche la cittadinanza attiva. Un’alternativa capace di fare emergere,

con l’impegno collettivo, una nuova rappresentanza politica preparata, capace, disinteressata al tornaconto

personale e realmente al servizio della comunità. Un’alternativa in grado di produrre antidoti a quel sistema

clientelare che ha generato corruzione e inquinamento mafioso e di trasformare lo stato rendendolo trasparente,

de-centralizzato ed efficiente. Un’alternativa, quindi, che guarda a un mondo diverso, in cui si rispetti

l’ambiente, siano valorizzati i beni comuni, si pratichi l’accoglienza, si assicuri a tutte e tutti la possibilità di una

vita degna di essere vissuta anche se si è vecchi, malati o senza lavoro o se si è arrivati nel nostro paese per

viverci e lavorare. Non è un’illusione, ma il compito di una politica lungimirante: il welfare, lungi dall’essere un

lusso dei periodi di prosperità, è la strada che ha portato alla soluzione delle grandi crisi economiche del secolo

scorso. E non c’è solo una prospettiva di tempi lunghi. Ci sono azioni positive da realizzare e scelte sbagliate da

contrastare. Subito.

L’elenco è semplice e riguarda sia gli interventi indispensabili che le modalità per recuperare le risorse

necessarie. Da un lato, la rinegoziazione delle normative europee che impongono politiche economiche

recessive; un progetto di riconversione di ampi settori dell’economia in grado di rilanciare rapidamente

l’occupazione con migliaia di piccole opere di evidente e immediata utilità collettiva; un piano di riassetto del

territorio nazionale e dei suoi usi mirante a garantire la sicurezza dei cittadini e la riduzione del consumo di suoli

agricoli; un’imposizione fiscale equa ed efficace (estesa ai patrimoni e alle rendite finanziarie nonché alle

proprietà ecclesiastiche); il potenziamento degli interventi a sostegno delle fasce più deboli e dei presidi dello

stato sociale; il ripristino delle tutele fondamentali del lavoro e dei lavoratori; la sperimentazione di modalità di

creazione diretta di occupazione, anche in ambito locale, affiancata dall’introduzione di un reddito di

cittadinanza; l’attuazione di forme di sostegno e promozione delle esperienze di economie di cooperazione e

solidarietà; l’investimento a favore della scuola e dell’università pubblica, a sostegno della formazione, della

cultura, della ricerca e dell’innovazione; il rispetto pieno e immediato dei referendum 2011 sui beni comuni e

contro la vendita ai privati dei servizi pubblici locali; un’effettiva riforma del sistema dell’informazione e del

conflitto di interessi; il pieno riconoscimento dei diritti civili degli individui e delle coppie a prescindere dal

genere e l’accesso alla cittadinanza per tutti i nati in Italia. Dall’altro: una reale azione di contrasto dell’evasione

fiscale e della corruzione; il ritiro da tutte le operazioni di guerra e l’abbattimento delle spese militari; la

definitiva rinuncia alle grandi opere (a cominciare dalla linea Tav Torino-Lione e dal ponte sullo Stretto);

l’abrogazione delle leggi ad personam (che sanciscono la disuguaglianza anche formale tra i cittadini); la

previsione di un tetto massimo per i compensi pubblici e privati e l’azzeramento delle indennità aggiuntive della

retribuzione per ogni titolare di funzioni pubbliche.

● I fatti richiedono un’iniziativa politica nuova e intransigente, per non restare muti di fronte a opzioni che

non ci corrispondono e per rompere con la logica paralizzante delle compatibilità. Un’iniziativa politica nuova e

non la raccolta dei cocci di esperienze fallite, dei vecchi ceti politici, delle sigle di partito, della protesta

populista. Un’iniziativa che porti alla costituzione di un polo alternativo agli attuali schieramenti, con uno

sbocco immediato anche a livello elettorale. Un’iniziativa che parta dalle centinaia di migliaia di persone che

nell’ultimo decennio si sono mobilitate in mille occasioni, dalla pace ai referendum, e che aggreghi movimenti,

associazioni, singoli, amministratori di piccole e grandi città, lavoratrici e lavoratori, precari, disoccupati,

studenti, insegnanti, intellettuali, pensionati, migranti in un progetto di rinnovamento delle modalità della

rappresentanza che veda, tra l’altro, una effettiva parità dei sessi.

È un’operazione complicata ma necessaria, che deve essere messa in campo subito. Negli ultimi giorni si

sono susseguiti numerosi appelli in questo senso. È tempo di unire passione, intelligenze, capacità ed entusiasmo

per costruire una proposta elettorale coerente con questa prospettiva, in cui non ci siano ospiti e ospitanti, leader

e gregari ma un popolo interessato a praticare e promuovere cambiamento.

● È questo il senso della campagna “CAMBIARE SI PUÒ! NOI CI SIAMO”, nella quale abbiamo deciso di

impegnarci con l’obiettivo di presentare alle elezioni politiche del 2013 una lista di cittadinanza politica,

radicalmente democratica, alternativa al governo Monti, alle politiche liberiste che lo caratterizzano e alle forze

che lo sostengono.

Noi ci siamo e pensiamo che molte e molti vogliano costruire con noi questo percorso.

Per questo ti chiediamo di esserci e di mandare la tua adesione a: aderisco@cambiaresipuo.net.

Ma le firme non bastano. Serve che tutti noi, che aderiamo a questa campagna, ci incontriamo, per definire i

passaggi successivi, in una prima assemblea pubblica, che proponiamo per il 1° dicembre.

5 novembre 2012

Luciano Gallino (professore sociologia, Università di Torino)

Livio Pepino (magistrato, responsabile Edizioni Gruppo Abele)

Marco Revelli (professore di scienza della politica, Università del Piemonte orientale)

don Marcello Cozzi (vicepresidente nazionale Libera)

Antonio Di Luca (operaio, Fiom, Fiat Pomigliano)

Chiara Sasso (scrittrice, Coordinamento Rete dei Comuni Solidali)

Vittorio Agnoletto (medico)

Andrea Aimar (Officine corsare, Torino)

Caterina Avanza (Ethicando)

Andrea Bagni (insegnante, redazione École, Firenze)

Piero Basso (dirigente di azienda)

Bengasi Battisti (sindaco Comune Corchiano, coordinatore nazionale enti locali per l’Acqua bene comune)

Oliviero Beha (giornalista e scrittore)

Lorenzo Bicchi (ferroviere, delegato sindacale, Firenze)

Cinzia Bottene (No Dal Molin, consigliera Comune di Vicenza)

Antonio Bruno (consigliere Comune di Genova)

Massimo Carlotto (scrittore)

Emilio Chiaberto (sindaco di Villar Focchiardo, Val Susa)

Ivan Cicconi (esperto di infrastrutture e appalti pubblici, Bologna)

Nicolella Clizia (consigliera Comune di Genova)

Ylenia da Valle (biologa, Università di Pisa)

Maurizio Del Bufalo (coordinatore di Cinema e Diritti, Napoli)

Donatella Della Porta (professore scienze politiche e sociologia, Istituto Universitario Europeo, Firenze)

Mariangela Delogu (delegata Rsu La Rinascente)

Gianna De Masi (assessore Comune di Rivalta)

Francesca Fornario (autrice satirica, videomaker, giornalista di Pubblico)

Flavia Fortunati (Libera, Perugia)

Dario Fracchia (sindaco di Sant’Ambrogio, Val Susa)

don Andrea Gallo (Comunità San Benedetto al Porto Genova)

Piero Gilardi (artista)

Paul Ginsborg (professore di storia contemporanea, Università di Firenze)

Haidi Giuliani (già insegnante)

Lorenzo Guadagnucci (giornalista, Comitato verità e giustizia per Genova)

Sabina Guzzanti (artista)

Sergio Labate (ricercatore Università di Macerata)

Roberto Lamacchia (avvocato, presidente Associazione italiana Giuristi democratici)

Enrico Lauricella (visual designer, Prato)

Chiara Lesmo (assessore alle politiche sociali Comune di Novate)

Domenico Lucano (sindaco di Riace)

Alberto Lucarelli (professore, assessore Comune Napoli e coautore quesiti referendari sull’acqua)

don Aniello Manganiello (già parroco di Scampia)

Rino Marceca (vice presidente Comunità montana Valle di Susa e val Sangone)

Teresa Masciopinto (responsabile culturale area sud Banca Etica, Bari)

Ugo Mattei (professore di diritto civile, Università di Torino, coautore quesiti referendari sull’acqua)

Sandro Medici (giornalista, presidente del X Municipio di Roma)

Emilio Molinari (presidente Comitato italiano per un Contratto mondiale sull’acqua)

Andrea Mormiroli (referente area Tratta e marginalità sociale, cooperativa Dedalus, Napoli)

Guido Ortona (professore di politica economica, Università del Piemonte orientale)

Moni Ovadia (artista)

Giovanni Palombarini (magistrato, pubblicista)

Rosangela Paparella (insegnante e attivista politiche di genere,Bari)

Tonino Perna (professore di sociologia economica, Università di Messina)

Riccardo Petrella (professore Università cattolica di Lovanio, fondatore Comitato Mondiale dell’Acqua)

Nicoletta Pirotta (presidente Iniziativa femminista europea)

Michele Pistone (delegato Rsu STM, Catania)

Matteo Pucciarelli (giornalista di Repubblica)

Leana Quilici (assessore Comune di Capannori)

Roberta Roberti (insegnante, Parma)

Marco Rovelli (scrittore e musicista)

Luca Sappino (giornalista di Pubblico)

Giuseppe Sergi (professore storia medievale, Università di Torino)

Giacomo Sferlazzo (cantautore, Askavusa, Lampedusa

Lorenzo Signori (presidio di San Pietro di Rosà,Vicenza)

Paolo Sollier (allenatore di calcio e scrittore, già calciatore)

Gianmaria Testa (musicista e cantautore)

Gianni Tognoni (medico, segretario del Tribunale permanente dei popoli)

Francesco Vallerani (professore di geografia, Università Ca’ Foscari, Venezia)

Guido Viale (economista, giornalista e studioso di tematiche ambientali, Milano)

Laura Vigni (consigliere Comune di Siena)

Attilio Wanderlingh (giornalista, editore, Caffè letterario Intra Moenia, Napoli)

Alfredo Zuppiroli (primario cardiologo, Firenze)

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